L’area protetta tutela un prezioso territorio montano, nel quale si ergono alti e maestosi i rilievi da cui originano le valli dei torrenti Dardagna e Silla. L’imponente dorsale del Corno alle Scale (1944 m), la cima più alta del Parco e di tutto l’Appennino Bolognese, costituisce l’asse centrale  dell’Area protetta; essa prosegue a  Nord nel Monte La Nuda (1828 m),  mentre verso Est, a dominare la Valle  del Silla, si staglia il Monte Gennaio  (1812 m). A ridosso dei due principali centri abitati, Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, troviamo rispettivamente  la boscosa propaggine del Monte  Pizzo (1194 m) e il Monte Grande  (1531 m). I versanti, che presentano caratteristiche molto diverse nelle due  valli, sono in gran parte ammantati dai  boschi di faggio che alle quote più alte  lasciano il posto al mirtillo ed alle praterie sommitali.

Adagiati lungo le pendenze meno  aspre dei versanti o incastonati dove  i crinali secondari si risolvono con  maggiore dolcezza, caratteristici borghi montani oggi divenuti apprezzate  mete turistiche conservano edifici religiosi, abitazioni e altri elementi tipici  dell’architettura di montagna.

La varietà degli ambienti e la complessità del paesaggio, nel quale si alternano praterie d’alta quota, boschi,  zone coltivate, impluvi e spartiacque  favorisce un’estrema ricchezza floristica (oltre 1’000 specie), con numerose entità appenniniche rare dalle magnifiche fioriture,  di cui alcune, caratteristiche dei rilievi  alpini, raggiungono nel Parco il loro  limite meridionale di distribuzione. Ne  sono un esempio la genziana purpurea  e la splendida aquilegia alpina, dai grandi fiori azzurri. I boschi  naturali, i castagneti da frutto, le faggete e i rimboschimenti di abeti e pini  regalano in ogni stagione uno spettacolare scenario multicolore. Il contenuto impatto dell’uomo permette d’altra parte la presenza di una fauna tra le più interessanti in Italia. Nel Parco è  possibile, con un po’ di fortuna, l’incontro con i timidi caprioli, i daini, i mufloni  e numerosissime specie di uccelli, tra  cui la maestosa aquila reale. Le estese superfici boscate costituiscono inoltre rifugio per uno degli animali più rari e affascinanti della fauna italiana, da qualche anno tornato ad abitare i nostri monti: il lupo, oggi più che mai segno evidente di un ritrovato equilibrio ambientale.